Mattarella e i dazi Usa: «Un errore, risposta Ue sia serena». Meloni: «Evitare una guerra commerciale»

di Valentina Santarpia

Il capo dello Stato interviene nel giorno dell'annuncio di Trump. La premier ribadisce la posizione di palazzo Chigi: «Se necessario risposte adeguate»

I dazi americani sono un «errore profondo» per cui da parte europea «serve una risposta compatta, serena, determinata»: lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale il presidente estone Alar Karis. Un incontro in piena sintonia sulla necessità di recuperare rapporti transatlantici collaborativi, ma dove anche il tema del giorno, i dazi degli Usa, hanno trovato ampio spazio. 

E anche la presidente del Consiglio, nel giorno dell'annuncio di Trump, ha ribadito oggi la posizione di palazzo Chigi: «Sono convinta che si debba lavorare per scongiurare in tutti i modi possibili una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l'Europa il che ovviamente non esclude se necessario di dover anche immaginare risposte adeguate a difendere le nostre produzioni», spiega intervenendo nel cortile di Palazzo Chigi. 

«Dazi su agroalimentare avrebbero risvolti pesanti»

«Gli Stati Uniti sono il secondo mercato di destinazione» dei prodotti agroalimentari italiani «con un export che nel 2024 è salito del 17%», ricorda la premier. Quindi «quello statunitense è chiaramente per noi un mercato fondamentale ed è evidente che l'introduzione di nuovi dazi avrebbe risvolti pesanti per i produttori italiani. Penso personalmente che sarebbe anche una ingiustizia per molti americani perché limiterebbe la possibilità di acquistare e consumare le nostre eccellenze solo a chi ha la possibilità economica di spendere di più», sottolinea Meloni intervenendo in occasione della prima edizione del Premio Maestro dell'Arte della Cucina Italiana. 

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Meloni: la difesa dell'agroalimentare una priorità del governo

Ma questa constatazione non esclude che il governo non possa decidere di attuare strategie difensive: «Del resto - ha ricordato Meloni - la difesa del nostro agroalimentare è stata una priorità per questo governo fin dal suo insediamento, lo abbiamo fatto con stanziamenti e investimenti record come mai si erano visti, lo abbiamo fatto investendo sulla competitività delle filiere, contrastando la contraffazione e la concorrenza sleale, lo abbiamo fatto puntando sulla formazione per avvicinare sempre di più i giovani a un mondo che ha bisogno del loro entusiasmo e della loro capacità di innovare». «Lo abbiamo fatto - ha proseguito la premier - affermando anche in Europa, e non solo, che gli agricoltori e i produttori non sono nemici dell'ambiente, ma semmai sono i primi custodi della natura». 

Si attende, dunque, il «Liberation Day» mentre la Commissione Ue prepara le contromisure. Domani il responsabile della Farnesina vedrà a Bruxelles Commissario al Commercio Sefcovic e lunedì sarà a Lussemburgo per il Consiglio Commercio: «Siamo in costante contatto con la Commissione europea. Il presidente Meloni sente regolarmente anche su queste questioni il presidente von der Leyen». L'obiettivo del governo «è rafforzare il sistema imprenditoriale del nostro paese», insomma - il `refrain´ - le nostre aziende «non sono parassite». Il ministro Antonio Tajani ha annunciato di aver istituito una nuova unità operativa per l'export (entro fine legislatura deve arrivare a un valore di 700 miliardi di euro") e ribadito di voler puntare «a una forte diversificazione in aggiunta ai nostri più importanti mercati di sbocco tradizionali».

Dalle opposizioni invece arriva una richiesta di chiarezza: «Il portavoce commerciale della Commissione europea, Olof Gill ha garantito che ci sarà una risposta, come già del resto affermato dalla Presidente Von Der Leyen- dice Francesco Boccia, presidente dei senatori Pd- Giorgia Meloni, in modo incerto, pattinando tra Salvini e Tajani, ha detto che non dobbiamo fare guerre commerciali. A questo punto, su un tema così rilevante per la nostre economie e il futuro del Paese non sono più possibili ambiguità da parte del governo: la Presidente del Consiglio venga con urgenza in Parlamento a chiarire cosa intende fare il governo». 

2 aprile 2025 ( modifica il 2 aprile 2025 | 19:26)

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