E' solo una ‘questione di testa’, quella che in semifinale è andata in confusione nella semifinale contro la Francia (persa per 3 a 0) e che potrebbe rimanere tale anche nella sfida per il bronzo contro gli Stati Uniti. Italia-Usa è tutta qui con i ragazzi di De Giorgi tecnicamente superiori agli avversari d'oltreoceano. Ma è sopra la rete che si fanno i giochi. Tornare a casa con una medaglia, questo l'obiettivo di Giannelli e compagni. Lo stesso degli avversari di turno.
Il primo set
Nessuno sprint ma ‘studio’ sul cambio palla (6-6 e 13-13) con qualche errore di troppo per entrambe poi il primo ‘strappo’ (17-15) nel cuore della prima frazione grazie anche alle scelte in cabina di regia fatte da Giannelli. Strappo si, nessun ‘affondo’ però, perché Holt è un grillo in attacco, quasi inarrestabile che fa punti su punti e si ritorna in parità, sul 21 e poi 22, proprio il momento in cui sono vietati errori (come quello di Lavia in battuta 22-23) che lascia fuggire gli Usa fino alla fine del parziale (23-25).

Il secondo set
Non impeccabili gli azzurri nella prima frazione, troppi errori che la hanno di fatto consegnata nelle mani degli avversari d'oltreoceano. Il ritorno sul parquet di Francia è veemente, carico di rabbia. Perché la medaglia di bronzo aveva iniziato a prendere una strada lontana da quella di Roma e sottorete a volare sono gli americani, non i ragazzi di De Giorgi, poco reattivi a muro e in difesa. Eppure gli Stati Uniti, non prendono il largo (8-8). E' Romanò a suonare la carica, a provare a sollevare i suoi compagni dal torpore del match ma serve qualcosa in più per provare a metter le mani su una medaglia. (10-12). Lavia, ad esempio, che non ha messo ancora in bella mostra le sue qualità che hanno incantato il pubblico di mezzo mondo. E la partita va, non prende una via decisa, con l'inevitabile punto a punto (21-21) che obbliga a scelte coraggiose per aggiudicarsi il parziale. Vietati, come nel primo, errori, soprattutto in battuta. E ne arrivano invece quattro di fila (due per parte). Il secondo set ball per gli azzurri è cancellato dal centrale stellestrisce e il sorpasso (26-25) con una fortunatissima difesa Usa. E' qui che si accende il match, con gli avversari a gettare in campo ciò che non hanno fatto vedere ad oggi. Ma è la sagra delle battute sbagliate con l'Italia a cercare di trovare il bandolo della matassa senza trovarlo. E anche stavolta va sotto: 28-30. Ed ora per arrivare alla medaglia serve il replay della sfida con il Giappone (da 0-2 a 3 a 2).

Il terzo set
O la va o la spacca, gli azzurri non hanno più nulla da perdere, sotto per due set a zero possono solo provare a cambiare registro contro gli Stati Uniti involati verso la medaglia. Ma il muro americano sembra quello al confine con il Messico, quasi invalicabile e gli attacchi d'Italia sterili, senza la solita positività. E' così inevitabile l'immediato vantaggio statunitense (3 a 0) che aumenta di ben 6 punti (5-11). Non c'è storia, nemmeno nella finalina. L'Italia ha finito la benzina nella meravigliosa sfida contro il Giappone. Poi ha provato a limitare i danni senza riuscirci per la forza degli avversari combinata con l'incapacità di gettare il cuore oltre l'ostacolo. E' una sconfitta, questa, che brucia le dita degli azzurri che in Francia si erano presentati con il favori del pronostico e sono rimasti a guardare gli altri dai piedi del podio. Eppure la forza dei nervi, la rabbia agonistica aveva portato l'Italia a pareggiare sul 14 e tenere botta (17-17) e sorpassare (19-18) con Michieletto, l'ultimo ad alzare bandiera bianca. Anche questo finale di set finisce ai vantaggio, con gli azzurri avanti 23 a 22 e capaci di ‘annullarsi da soli’ sbagliando l'ennesimo servizio regalando nel contempo la prima palla match agli Usa. Uno scambio bellissimo, il più bello della sfida con attacchi e difese: 24-24. Poi è un assolo americano (26-24) che spedisce l'Italia a capo chino negli spogliatoi. Servirà riposo, fisico e mentale.