“È evidente che Meloni alzi lo scontro coi giudici per non parlare del merito della questione: la scelta politica di riportare a casa un torturatore libico”. La segretaria del Pd Elly Schlein va all’attacco frontale contro la presidente del Consiglio impegnata in “un’ostinata ricerca di un nemico al giorno”, oggi “un magistrato che ha fatto una mera comunicazione prescritta dalla legge”. Il riferimento è al procuratore di Roma Francesco Lo Voi, nel mirino del centrodestra per l’indagine che vede coinvolti la premier, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi.
“Già altri giudici si sono dimessi, questa macchina del fango della destra per colpire singole persone deve finire”, chiosa la leader dem. “È inaccettabile – continua – che chi governa usi il suo potere per delegittimarne un altro previsto in Costituzione”.
Almasri, Meloni: “Da Lo Voi atto voluto. Certi giudici vogliono governare, indagarmi danno al Paese”
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Per Schlein, la strategia della presidente del Consiglio è evidente: “Così si parla tutto il giorno di questo mentre l’economia italiana è ferma, la crescita meno della metà del previsto, la produzione industriale cala da ventidue mesi, come i salari di chi guadagna tra 8 e 9mila euro”.
Un diversivo, dice la segretaria Pd, per sfuggire ai problemi reali: “A salire invece sono le bollette di famiglie e imprese nell’inerzia del governo, sono le accise sul diesel che hanno aumentato di soppiatto, sono le liste d’attesa su cui non attuano il decreto da sei mesi. Ma anche stavolta di tutto questo Meloni se ne occuperà domani, oggi è troppo impegnata a fare la vittima”.
La richiesta delle opposizioni, questa volta, è unitaria: il governo deve riferire in aula, al più presto, sul merito politico della vicenda Almasri, al di là degli aspetti giudiziari. "Un trafficante di esseri umani – lo definisce Schlein – un torturatore che il governo ha liberato e riaccompagnato a casa”. Fatti gravi su cui – insiste la leader dem – “Giorgia Meloni dovrebbe riferire al Paese nelle sedi istituzionali e non ai propri follower”.
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"E invece oggi, come ieri, Meloni continua ad attaccare i giudici e a fare dirette sui canali social. Il Parlamento, non Instagram, è il luogo in cui le opposizioni hanno chiesto alla presidente del Consiglio di chiarire il suo operato, ma continua a evitarlo, a scappare".
Anche il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte commenta le parole della presidente del Consiglio a un evento organizzato dal giornalista Nicola Porro. "Meloni dice che la notizia dell'indagine sul caso Almasri è un danno all'immagine del Paese all'estero che ‘la manda ai matti’. Era un danno d'immagine – chiede l’ex presidente del Consiglio – anche quando Fratelli d'Italia mi portava in Tribunale da premier a suon di esposti e fake news? Era un danno di immagine anche quando gridava paonazza che l'Italia aveva un Premier 'criminale'?".
"Meloni non sei sopra la legge”, attacca Conte. “Sei in una democrazia. Ricomponiti! Il danno d'immagine è avere fatto la scelta politica di sfregiare la legalità internazionale imbarcando su un volo di Stato, a nostre spese, un criminale con accuse anche per stupri a bambini di 5 anni”.
Sulla stessa linea, il segretario di +Europa Riccardo Magi: “Per Giorgia Meloni indagarla è un danno alla nazione: siamo ai deliri di onnipotenza di una premier che si sente al di sopra della legge e che continua a fuggire dalle proprie responsabilità pur di non ammettere che è sotto ricatto della Libia”.
Per il deputato di Avs Angelo Bonelli, la presidente del Consiglio “attacca i giudici per coprire la nefandezza compiuta: la liberazione di un criminale ricercato dalla Corte Penale Internazionale”.