Guerra Israele-Libano e Medio Oriente, le news di oggi 15 marzo
Hamas ha annunciato di aver accettato la proposta Usa di rilasciare il soldato Edan Alexander, cittadino statunitense. Oltre ad Alexander, Hamas consegnerà i corpi di altri quattro prigionieri uccisi che hanno la doppia cittadinanza.
Lo riferisce il Times of Israel. Alexander è un soldato che il 7 ottobre era di stanza vicino alla Striscia di Gaza quando era stato fatto prigioniero da Hamas. I miliziani palestinesi non hanno fornito i nomi dei quattro prigionieri con doppia cittadinanza uccisi.
Dopo l’annuncio, il forum delle famiglie degli ostaggi ha dichiarato che «i rapiti che torneranno devono essere solo l'inizio di un accordo per riportare indietro tutti. Altrimenti, si tratta di una selezione che smantella i valori del sionismo e continua l'abbandono iniziato il 7 ottobre sulla base di un passaporto straniero». «Se Israele insisterà nell'abbandonare i suoi cittadini, ogni israeliano saprà che dovrà ottenere un passaporto straniero, o sarà lasciato indietro», hanno detto le famiglie.
Intanto Israele ha chiesto alla Tesla di Elon Musk di presentare un'offerta per fornire auto elettriche ai suoi funzionari governativi. E' quanto si legge sul The Times of Israel secondo cui la notizia è stata confermata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu con un tweet su X.
Ieri, dopo il sud della Siria, Israele è tornata a colpire la capitale Damasco prendendo di mira un edificio alla periferia della città indicato come sede della Jihad islamica.
Il raid israeliano, confermato dal premier Benyamin Netanyahu, ha colpito il quartiere periferico di Dummar. Si sono registrati danni materiali ma non è chiaro quale sia il bilancio delle vittime. L'Osservatorio per i diritti umani in Siria segnala «almeno un morto», mentre l'agenzia governativa Sana riferisce di «tre feriti».
Un rappresentante della Jihad islamica, citato da media internazionali, ha affermato che il palazzo usato in passato dal leader del gruppo, Ziad Nakhale, è chiuso e disabitato da cinque anni.
Per approfondire
Onu: “Aumentano gli attacchi dei coloni in Cisgiordania”
L'agenzia Onu di assistenza ai rifugiati ha denunciato l'aumento degli episodi di violenza da parte dei coloni israeliani nei confronti della popolazione palestinese in Cisgiordania. Molte proprietà sono state danneggiate, con l'obiettivo di costringere le persone a lasciare le loro case e ad andare via. Più di duemila palestinesi, negli ultimi due anni, secondo il report dell'agenzia Onu, hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni in seguito alle violenze.
Onu: “A Gaza cibo per 2-3 mesi per 1 milione di palestinesi”
Sono 63 mila le tonnellate di cibo destinate a Gaza e immagazzinate o in transito nella regione. Lo dice l'Onu nel suo report quotidiano ai media. Questa cifra è sufficiente a cibare oltre un milione di persone per due-tre mesi. Un altro milione di palestinesi resta, al momento, tagliato fuori dalla distribuzione. Per questo l'Onu ha lanciato un appello a Israele a lasciar passare i convogli umanitari con altri aiuti destinati alla popolazione.
Onu: “700 famiglie sono tornate in Siria, emergenza case”
Più di settecento famiglie sono tornate di recente nelle loro case ad Harasta, vicino a Damasco, dal nordovest della Siria, ma molte di loro hanno trovato le abitazioni distrutte. Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite, citando il coordinatore per gli aiuti umanitari Adam Abdelmoula. L'ottanta per cento della città è stata devastata dal conflitto e alcuni quartieri dovranno essere ricostruiti da zero.
Rubio: “Hamas? Abbiamo a che fare con dei selvaggi”
Interrogato sull'annuncio di Hamas di aver accettato di rilasciare l'ultimo ostaggio americano-israeliano ancora in vita insieme ai corpi di quattro persone con doppia cittadinanza, il Segretario di Stato Usa Marco Rubio si è rifiutato di dire se l'amministrazione Trump accetterà l'offerta, pur chiedendo che tutti gli ostaggi vengano rilasciati. «La nostra priorità come governo degli Stati Uniti è sempre quella di preoccuparci di tutti gli ostaggi», ha detto Rubio in una conferenza stampa al G7 in Canada. «Vogliamo che tutti gli ostaggi vengano rilasciati». Riprende poi i commenti fatti all'inizio della settimana dall'inviato statunitense per gli ostaggi Adam Boehler in merito agli scambi che Israele ha concluso con Hamas. «Sono scambi ridicoli: 400 persone per tre. Sono folli», dice Rubio. «Inoltre, vedi le condizioni in cui queste persone vengono rilasciate». «Siamo seduti lì, come il mondo, ad accettare che sia normale e accettabile andare in un posto, rapire bambini, rapire adolescenti, rapire persone che non hanno nulla a che fare con le guerre, che non sono soldati... e prenderli e metterli nei tunnel per quasi un anno e mezzo», si lamenta Rubio. «Ci stiamo comportando come se questo fosse uno scambio normale... Questo è uno scandalo. Dovrebbero essere tutti rilasciati», continua Rubio. «Non commenterò cosa accetteremo o non accetteremo, se non per dire che tutti noi, il mondo intero, dovremmo continuare a dire che ciò che ha fatto Hamas è oltraggioso, ridicolo, malato, disgustoso». «Stiamo solo avendo a che fare con dei selvaggi. Tutto qui. Sono persone cattive, persone terribili, e dobbiamo trattarle come tali», aggiunge.
Casa Bianca: “A Gaza Hamas fa una pessima scommessa”
La Casa Bianca ha accusato venerdì Hamas di avanzare richieste «del tutto irrealizzabili» e di temporeggiare su un accordo per il rilascio di un ostaggio statunitense-israeliano in cambio di un'estensione del cessate il fuoco a Gaza. «Hamas sta scommettendo molto male che il tempo sia dalla sua parte. Non è così», ha dichiarato l'ufficio dell'inviato del presidente Donald Trump, Steve Witkoff, aggiungendo che gli Stati Uniti «risponderanno di conseguenza» se Hamas non rispetterà la scadenza.
Allarme a Gaza: strade sommerse dalle acque reflue, pericolo epidemie con stop elettricità da parte di Israele
Sotto il peso dell'assedio e del blocco degli aiuti imposti da Israele alla Striscia di Gaza, i palestinesi stanno affrontando anche un grave disastro ambientale, con alcune strade sommerse dalle acque reflue. Lo ha detto il portavoce del comune di Gaza, Hosni Mahna, in un'intervista ad Anadolu, in cui sottolinea il peggioramento della situazione, descrivendo strade allagate dalle acque fognarie specialmente nelle parti più basse della città, con il timore della diffusione di epidemie e malattie. "L'attacco di Israele alle stazioni fognarie, ai bacini di raccolta dell'acqua piovana e alle principali linee di trasporto, insieme alla carenza di carburante necessaria per far funzionare i generatori, ha portato a un vero disastro in città", ha affermato Mahna. "La crisi è peggiorata a causa della chiusura delle stazioni di pompaggio causata da Israele che ha chiuso i valichi, ha interrotto le forniture di carburante e ha interrotto l'elettricità, minacciando la salute dei residenti e avvisando di una possibile epidemia", ha aggiunto. "La situazione è ormai fuori controllo e le fognature stanno allagando le strade di una città che sta già soffrendo per gli effetti della guerra", ha aggiunto. Mahna ha avvertito che questa crisi "minaccia la diffusione di malattie in modi senza precedenti, in particolare nei quartieri densamente popolati, insieme alla diffusione di cattivi odori, insetti e topi.
In testo G7 nessun riferimento a 2 Stati Israele-Palestina. Era in bozza precedente. Ora 'orizzonte politico per i palestinesi'
I membri del G7 "hanno sottolineato l'imperativo di un orizzonte politico per il popolo palestinese, raggiunto attraverso una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese che soddisfi le legittime esigenze e aspirazioni di entrambi i popoli e promuova una pace, una stabilità e una prosperità globali in Medio Oriente". Lo si legge nella dichiarazione finale del G7 Esteri di Charlevoix. Sparisce quindi il riferimento a una soluzione a due Stati, menzionata in una precedente bozza rilanciata anche dai media internazionali.
Team israeliano lascia Doha dopo l'annuncio di Hamas. Timori su tentativo di creare tensioni tra Usa e Israele
Il team negoziale israeliano tornerà in serata da Doha dopo che Hamas ha dichiarato che rilascerà il soldato israelo-americano Idan Alexander e i corpi di quattro ostaggi con doppia cittadinanza. Lo riferisce la stampa israeliana, precisando che a Gerusalemme si teme un tentativo del gruppo palestinese di creare tensioni tra Israele e Stati Uniti. Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha convocato per sabato sera una riunione con i ministri per valutare i prossimi passi. Le famiglie degli ostaggi protestano contro l'attesa, definendola "24 ore di inferno e sofferenza".
Netanyahu, Israele ha accettato piano Usa, Hamas no. Non si muove di un millimetro, esercita pressione psicologica
"Mentre Israele ha accettato il piano Witkoff, Hamas rimane fermo nella sua posizione e non si muove di un millimetro. Nel frattempo, continua a esercitare manipolazioni e guerra psicologica". Lo scrive in una nota ufficiale l'ufficio del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Il premier convocherà il team dei ministri sabato sera per ricevere un rapporto dettagliato dal team negoziale e decidere le prossime azioni per il rilascio degli ostaggi.
Famiglie ostaggi denunciano: liberi in base al passaporto
Il forum delle famiglie degli ostaggi ha dichiarato che "i rapiti che torneranno devono essere solo l'inizio di un accordo per riportare indietro tutti. Altrimenti, si tratta di una selezione che smantella i valori del sionismo e continua l'abbandono iniziato il 7 ottobre sulla base di un passaporto straniero". La dichiarazione arriva dopo l'annuncio di Hamas sul rilascio dell'israelo-americano Idan Alexander e dei corpi di altri 4 con doppia cittadinanza. "Se Israele insisterà nell'abbandonare i suoi cittadini, ogni israeliano saprà che dovrà ottenere un passaporto straniero, o sarà lasciato indietro", hanno detto le famiglie
Si' di Hamas a liberazione ostaggio israelo-americano
Hamas ha annunciato di aver accettato la proposta Usa di rilasciare il soldato Edan Alexander, cittadino statunitense. Oltre ad Alexander, Hamas consegnera' i corpi di altri quattro prigionieri uccisi che hanno la doppia cittadinanza. Lo riferisce il Times of Israel. Alexander e' un soldato che il 7 ottobre era di stanza vicino alla Striscia di Gaza quando era stato fatto prigioniero da Hamas. I miliziani palestinesi non hanno fornito i nomi dei quattro prigionieri con doppia cittadinanza uccisi. Il gruppo terroristico ha inoltre comunicato "la sua completa disponibilita' ad avviare negoziati e raggiungere un accordo globale sulle questioni della seconda fase, chiedendo a Israele di attuare pienamente i suoi obblighi". Hamas con ha specificato quando dovrebbe avvenire il rilascio di Edan Alexander, che è un soldato, né dei 4 corpi. La dichiarazione giunge mentre a Doha proseguono i colloqui per cercare di mediare la prossima fase del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, la cui prima fase si è conclusa due settimane fa. Intanto un funzionario di Hamas, Husam Badran, ha ribadito l'impegno di Hamas ad attuare pienamente l'accordo di cessate il fuoco in tutte le sue fasi, avvertendo che qualsiasi deviazione israeliana dai termini ripoerterà i negoziati al punto di partenza. Israele sta facendo pressione sul gruppo palestinese affinché accetti un'estensione della prima fase del cessate il fuoco. Hamas vuole avviare i negoziati sulla seconda fase del cessate il fuoco, più difficile, che prevedrebbe il rilascio degli ostaggi rimasti a Gaza, il ritiro delle forze israeliane e una pace duratura.
Katz, Idf resta indefinitamente in cinque aree in Libano. 'Indipendentemente dai negoziati, per proteggere nord Israele'
"L'Idf rimarrà in cinque punti controllati in Libano a tempo indeterminato, al fine di proteggere i residenti del nord di Israele e indipendentemente dai negoziati sui punti contesi al confine". Lo ha detto il ministro della Difesa Israel Katz che ha tenuto ieri una valutazione della situazione con il capo di stato maggiore Eyal Zamir e altri alti ufficiali dell'esercito. Katz ha ordinato di rafforzare le forze dell'esercito nelle cinque aree "e di agire con un'applicazione potente e intransigente contro le violazioni di Hezbollah".
Famiglie ostaggi israeliani scrivono lettera a Trump
Diverse famiglie di ostaggi israeliani hanno inviato una lettera al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedere il suo aiuto e cercare di aumentare la pressione su tutte le parti che lavorano per negoziare un accordo tra Israele e Hamas. Lo riferisce il Times of Israel riportando la notizia diffusa dall'emittente pubblica Kan. Lishi Miran Lavi, moglie dell'ostaggio Omri Miran; Liran Berman, il fratello maggiore dei gemelli ostaggi Gali e Ziv Berman; Dalia Kushner, cognata dell'ostaggio Eitan Horn e dell'ostaggio rilasciato Iair Horn; Yotam Cohen, fratello del soldato prigioniero Nimrod Cohen, ed Einav Zangauker. Sono loro gli autori della missiva. "Per piu' di un anno e mezzo, il governo israeliano ha giocato con la vita dei nostri cari", hanno scritto. "Le assicurazioni sono state date e violate. Le speranze sono state date e calpestate. Mentre il primo ministro e i membri del suo governo evadono, si nascondono e aspettano il loro momento, i nostri ostaggi vengono torturati duramente, e abbiamo visto i risultati dei terribili abusi quando sono tornati da noi in bare o emaciati e torturati", proseguono nella lettera. Secondo quanto riferito, Trump - che la scorsa settimana ha incontrato un gruppo di ostaggi liberati nello Studio Ovale - ha espresso commozione sulle condizioni di alcuni di loro che sono tornati dopo mesi di fame e abusi da parte dei rapitori. Le famiglie di alcuni ostaggi hanno sempre piu' esaltato Trump come l'ultima loro speranza, accusando al contempo il governo del premier Benjamin Netanyahu di essere inefficace e impantanato nelle spaccature della coalizione. "Quando non c'e' piu' nessuno su cui contare, ci rivolgiamo a lei, presidente Donald Trump", hanno implorato. Le famiglie si sono rivolte poi direttamente al governo di Tel Aviv, accusandolo di "abbandonare la vita dei figli per l'ostinata insistenza su posizioni che non hanno alcuna relazione con una minaccia alla sicurezza". "Se non si agisce immediatamente per restituire tutti gli ostaggi vivi, riveleremo alla gente tutto cio' che ci hanno detto. Tutte le promesse non mantenute", hanno minacciato.
Storico pellegrinaggio di 60 religiosi drusi in Israele
Decine di religiosi drusi siriani si trovano in Israele per il primo pellegrinaggio dalla creazione dello Stato ebraico nel 1948. Una sessantina di religiosi drusi si sono radunati ai margini del villaggio di Hader, situato nella zona cuscinetto demilitarizzata tra Siria e Israele sulle alture del Golan, sotto gli occhi dei soldati israeliani schierati nell'area. Dal lato israeliano del territorio sono arrivati due autobus a bordo dei quali i religiosi sono saliti. Secondo una fonte vicina alla delegazione, ai partecipanti non e' stato permesso portare con se' i propri telefoni cellulari. Questa visita senza precedenti avviene su invito della comunita' drusa in Israele, con in programma un pellegrinaggio in un luogo venerato dalla loro comunita' nei pressi di Tiberiade, nel nord di Israele, e l'incontro con il leader religioso dei drusi israeliani, lo sceicco Mowafaq Tarif. Questa visita che segna un primato ha suscitato una "forte opposizione" all'interno della stessa comunita'. I drusi, un ramo eterodosso dell'Islam, sono presenti in Libano, Israele, sulle alture del Golan occupate e in Siria, dove sono concentrati nella provincia meridionale di Sweida (o Suwayda), vicino a Israele.
Hamas invita palestinesi a pregare in massa ad Al-Aqsa
Hamas ha esortato oggi i palestinesi della Cisgiordania occupata a riversarsi in massa nella moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme Est, nonostante le restrizioni di accesso all'area sacra imposte da Israele. Un appello che fa temere lo scoppio di tensioni e violenze in pieno Ramadan e mentre a Doha sono in corso complessi negoziati tra Hamas e Israele, mediati dagli Stati Uniti. Il popolo palestinese deve "intensificare il suo pellegrinaggio alla moschea di Al-Aqsa, riempire i suoi cortili di devozione religiosa e isolamento, non sottomettersi alle misure e alle restrizioni dell'occupazione (israeliana) e continuare a proteggere Al-Aqsa dalla profanazione dei coloni e dai piani sistematici di giudaizzazione", ha affermato Hamas in una dichiarazione su Telegram. "Le pratiche dell'occupazione (israeliana) contro la nostra terra, i nostri luoghi sacri e il nostro popolo, e i crescenti abusi a cui sono sottoposti gli abitanti di Gerusalemme, in particolare durante il mese del Ramadan, mentre ai coloni e' concessa carta bianca per compiere nuove incursioni, richiedono una ferma posizione islamica", ha aggiunto Hamas nel suo messaggio odierno. Poco piu' di una settimana fa, l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che solo a un "numero limitato di fedeli musulmani" sara' consentito di entrare a Gerusalemme, mentre non ci saranno restrizioni per i cittadini palestinesi di Israele. "Si sottolinea che non ci sono limitazioni per gli arabi israeliani", precisa la nota. Tuttavia, nel resto della Cisgiordania occupata, solo gli uomini con piu' di 55 anni, le donne con piu' di 50 anni e i bambini fino a 12 anni potranno attraversare i posti di blocco. Nonostante le restrizioni, circa 100 mila musulmani hanno partecipato alle preghiere ad Al-Aqsa ieri sera, 13mo giorno del mese sacro del Ramadan, secondo i dati comunicati all'agenzia Wafa dal Dipartimento per le dotazioni islamiche di Gerusalemme. La Spianata delle Moschee e' il terzo luogo piu' sacro dell'Islam, dopo la Mecca e Medina. (AGI) Hamas esorta i palestinesi a pregare in massa nella moschea di Al-Aqsa nonostante le restrizioni Gerusalemme, 14 marzo (EFE) - Venerdi' il gruppo islamista Hamas ha invitato i palestinesi della Cisgiordania occupata a riversarsi nella moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme Est, nonostante le restrizioni israeliane ai posti di blocco militari che limitano significativamente il numero di coloro che possono raggiungere la Terra Santa.
Usa-Israele parlano con Paesi dell’Africa per spostare palestinesi. Media: 'Il Sudan respinge la proposta'
Gli Stati Uniti e Israele hanno contattato i funzionari di tre Paesi dell'Africa orientale per discutere del reinsediamento dei palestinesi di Gaza. Lo riferiscono i media israeliani citando un report dell'Associated Press che ha ottenuto le informazioni da fonti statunitensi e israeliani. I funzionari hanno dichiarato che il Sudan ha respinto la proposta, mentre la Somalia e il Somaliland hanno affermato di non esserne a conoscenza, riporta la tv Kan. Secondo il piano di Donald Trump, gli oltre 2 milioni di abitanti di Gaza verrebbero trasferiti altrove in modo permanente. Il presidente Usa ha proposto che gli Usa prendano possesso del territorio, supervisionino un lungo processo di bonifica e lo sviluppino come un progetto immobiliare trasformando Gaza in una riviera.
Israele pronta ad acquistare Tesla per funzionari del governo. La notizia è stata confermata da Netanyahu
Israele ha chiesto alla Tesla di Elon Musk di presentare un'offerta per fornire auto elettriche ai funzionari governativi. E' quanto si legge sul The Times of Israel secondo cui la notizia è stata confermata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu con un tweet su X.
Tentano di entrare in Israele da Giordania, due uccisi da Idf
L'esercito ha aperto il fuoco su alcune persone che stavano tentando di entrare in Israele dalla Giordania vicino alla citta' settentrionale di Beit Shan. A quanto riferito dall'emittente pubblica Kan, due uomini sono rimasti uccisi. Le vittime facevano parte di un gruppo di otto persone individuate dalle telecamere dell'Idf lungo il confine, probabilmente immigrati irregolari. Una pattuglia e' immediatamente partita per intercettare gli otto che si erano nascosti un cespuglio. All'arrivo dei soldati, due uomini sarebbero usciti all'improvviso e i militari, temendo un attacco, hanno aperto il fuoco.
Netayahu, da capo Shin Bet ricatti e minacce
Scontro senza precedenti tra il primo ministro israeliano Banjamin Natanyahu e lo Shin Bet, il servizio di intelligence interna. Il premier ha accusato pubblicamente i vertici dei servizi di avere orchestrato una campagna contro di lui per impedirgli, a suo dire, una profonda riforma dello Shin Bet dopo le mancanze che hanno consentito la strage del 7 ottobre 2023. A scatenare le ire di Netanyahu e' stata un'intervista serale dell'ex capo dello Shin Bet, Navad Argaman, a Canale 12 di cui riferisce il Times of Israel. Argaman ha raccontato di avere raccolto molte informazioni su Netanyahu negli anni alla guida dei servizi, dal 2016 al 2021, compreso sui rapporti con il Qatar, che potrebbe rivelare se il premier decidesse "di violare la legge". Proprio sulle relazioni tra alcuni membri dello staff del primo ministro e il Qatar si concentrano le indagini avviate di recente dalla polizia e dallo Shin Bet, ora guidato da Ronen Bar su cui Netanyahu vorrebbe scaricare la colpa del 7 ottobre. L'avvio dell'inchiesta ha costretto Netanyahu a fermarsi per non dare l'impressione che dietro il cambio della guardia ai servizi ci sia una vicenda personale. Ma la reazione oggi e' stata durissima. "Questa sera e' stata oltrepassata un'altra pericolosa linea rossa per la democrazia israeliana. Mai, in tutta la storia di Israele e in tutta la storia delle democrazie, l'ex capo di un'organizzazione segreta ha messo in atto minacce di ricatto in diretta contro un primo ministro in carica", ha scritto su X. "Questo reato si aggiunge a un'intera campagna di ricatti e minacce attraverso conferenze stampa condotte negli ultimi giorni dall'attuale capo dello Shin Bet, Ronen Bar. L'unico obiettivo e' cercare di impedirmi di prendere le decisioni necessarie per ricostruire lo Shin Bet dopo il suo devastante fallimento del 7 ottobre. Sia chiaro: le minacce criminali di stampo mafioso non mi scoraggeranno. Faro' tutto il necessario per garantire la sicurezza dei cittadini di Israele", ha assicurato.
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